BUDAPEST – Per la prima volta l’Associazione degli spedizionieri del Porto di Trieste è stata invitata a partecipare alla conferenza annuale degli spedizionieri magari, organizzata a Budapest dalla rivista specializzata Navigatorvilag.
Con una crescita nel 2022 del 4,6% del Pil e di circa 11% nell’interscambio con l’estero, l’Ungheria rappresenta ormai uno dei clienti più importanti del sistema portuale che ruota intorno allo scalo internazionale del Friuli Venezia Giulia. Nella tavola rotonda relativa ai terminal container maggiormente utilizzati dagli spedizionieri ungheresi, è emersa la difficoltà per i porti del Nord Europa di aumentare la loro capacità in conseguenza dei picchi di lavoro generati da navi sempre più grandi. Navi che obbligano ad una movimentazione di merce sempre maggiore in tempi sempre più ristretti, lasciando così ampie possibilità di crescita per i porti adriatici, soprattutto a seguito degli importanti investimenti sulle infrastrutture ferroviarie. Il tutto, mentre Costanza rimane congestionata a causa della guerra russo-ucraina.
«Dopo 8 anni di crescita continua – ha dichiarato Stefano Visintin, presidente degli spedizionieri triestini – il 2023 rappresenterà probabilmente l’anno migliore di sempre per quantità di merce passata attraverso il nostro porto e destinata o proveniente dall’Ungheria. Basti pensare che saranno più di 70000 i Teu magiari in transito al terminal container di Trieste».
Gli spedizioneri ungheresi riconoscono Trieste come gateway strategico, grazie alla qualità del servizio e alla puntualità del servizio ferroviario svolto attraverso il territorio austriaco. Un itineario che permette di evitare i colli di bottiglia sulla congestionata rete ferroviaria slovena. Mediamente, quest’anno sono state operate 10 coppie di treni alla settimana, con picchi di 16 coppie.
Non sarebbe quindi un caso l’annuncio, esattamente 5 anni fa, da parte del premier magiaro Orban, per un progetto di voler da 200 milioni per la realizzazione di un terminal portuale nel canale navigabile del porto di Trieste, confermandone la strategicità.
Durante la giornata del convegno, gli spedizionieri dello scalo triestino in collaborazione con l’Assocaffè Trieste, in una virtuosa comune promozione delle eccellenza del territorio, hanno offerto ai colleghi ungheresi un particolarmente apprezzato espresso italiano.