VENEZIA – Le chiusure del Mose e quindi dell’accessibilità a Venezia e Porto Marghera, l’utilizzo delle conche di navigazione. Questi i temi sui quali Venice port community desidera essere coinvolta, rompendo col passato, considerato che proprio chi si occupa di porto è escluso dalle riunioni sul sistema di protezione dalle maree.
«Apprendiamo dagli organi di stampa che in settimana si terrà il Comitato Tecnico Amministrativo del Provveditorato alle Opere pubbliche del Veneto. Uno dei temi che sarà discusso sarà la gestione del Mose e delle conche di navigazione. Per noi, che siamo motore del sistema-porto, in ottica di supporto alla continuità di rapporti che coltiviamo da sempre con la struttura commissariale del Mose, sarebbe importante poter prender parte ad eventi come questo, che impattano direttamente su navigazione e sicurezza. Assieme all’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Settentrionale-Porti di Venezia e Chioggia (Aspdmas), riteniamo che il porto nella sua visione complessiva, possa esser maggiormente efficiente se messo nelle condizioni di conoscere la gestione delle regolamentazioni della portualità veneziana» Queste le parole di Davide Calderan, recentemente eletto alla guida di Venice Port Community (VPC).
Il presidente ha proseguito evidenziando il desiderio di contribuire al miglior risultato in termini di salvaguardia della città e dell’economia che di sviluppo attorno al sistema portuale: «Siamo i primi ad avere un interesse diretto nella sostenibilità ambientale della laguna di Venezia, che da secoli si protrae in un continuo scambio con la presenza antropica. Riteniamo che Adsmpas e VPC, se messi nelle condizioni di conoscere cosa sarà stabilito e come si espliciteranno le decisioni in merito alle procedure di chiusura e di passaggio in conca, sarà di conseguenza possibile organizzare al meglio il lavoro delle aziende, garantendo un futuro alle famiglie dei lavoratori».
Da ultimo Calderan ribadisce la volontà del rispetto dei ruoli: «Non è nostra intenzione interferire in alcun modo sulle decisioni che verranno prese da Comune, Regione, Struttura commissariale del Mose e Forze dell’ordine. Per noi e per il bene del porto, riteniamo sia però estremamente utile conoscere quanto sarà deciso proprio per non trovarci a rincorrere, ma poter programmare il lavoro di un comparto che, ricordo, secondo l’ultimo studio prodotto sull’impatto economico di quest’economia, sviluppa 6,6 miliardi di fatturato, occupando oltre 20mila addetti, quindi 20mila famiglie».