TRIESTE – In meno di un mese sono state cinque le navi straniere fermate dalla Guardia costiera nei porti di Trieste e Monfalcone.
Il Nucleo ispettori Port state control, in occasione dell’approdo nei due scali, ha riscontrato la presenza di fondati motivi (clear grounds) tali da costituire un evidente pericolo per la vita umana in mare e per l’ambiente, nonché per determinare l’adozione del provvedimento di fermo.
Le navi detenute, seppur diverse per tipologia (general cargo e bulk carrier) e bandiera (Saint Kitts and Nevis, Marshall Island, Liberia, Palau), sono risultate tutte sub-standard in relazione e norme internazionali concernenti l’addestramento e la preparazione dell’equipaggio, le condizioni di vita e lavoro a bordo, l’efficienza e la prontezza dei mezzi e delle dotazioni di salvataggio, la funzionalità degli impianti e degli equipaggiamenti antincendio e antinquinamento.

Oltre ai provvedimenti di fermo, il personale ispettivo ha emesso tre verbali amministrativi con un totale di 21mila euro, per aver accertato lo svolgimento, da parte dell’equipaggio, di esercitazioni insoddisfacenti tali da comportare lo stop delle navi stesse.
Delle cinque unità interessate, tre risultano tuttora in stato di fermo nei porti di Trieste e Monfalcone. Secondo le disposizioni previste dall’Accordo internazionale sui controlli per la sicurezza della navigazione, noto come Paris MoU (Memorandum of Understanding di Parigi del 1982), infatti, le stesse potranno essere autorizzate a ripartire solo quando il comandante della nave sarà in grado di garantire il ripristino degli standard di sicurezza a bordo, che dovrà essere comunque accertato al termine di ulteriori controlli del team ispettivo.

Come più volte sottolineato, ha precisato il Capitano di vascello Luciano Del Prete, (Comandante del porto di Trieste e Direttore marittimo del Friuli Venezia Giulia), le attività ispettive della Guardia costiera condotte – tanto a bordo del naviglio italiano, quanto a bordo di quello straniero – servono alla costante verifica delle condizioni di sicurezza delle navi mercantili, affinché le condizioni di vita e di lavoro degli equipaggi imbarcati siano conformi agli standard internazionali previsti in materia di sicurezza della navigazione e tutela dell’ambiente marino.