TRIESTE – È rientrata sabato scorso a Trieste, dopo aver fatto tappa ad Ancona, la nave da ricerca “Laura Bassi”.
La rompighiaccio ha concluso la missione che l’ha portata a navigare per due mesi nelle acque antartiche, a supporto delle attività di ricerca sulle dinamiche fisiche e biogeochimiche di specifiche aree del continente. L’unità al comando di Franco Sedvak, attualmente ormeggiata nel Canale navigabile del porto di Trieste, ha trasportato un prezioso carico costituito da due carote di ghiaccio estratte a Little Dome C, sul Plateau dell’Antartico Orientale fino a 2.800 metri di profondità, che sveleranno agli scienziati i dati climatici di oltre un milione di anni.
La nave dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste era salpata a dicembre, viaggiando per sei mesi per catturare e conservare a 50 gradi sotto zero, grazie a un team di scienziati e tecnici provenienti da 12 Paesi europei, le due preziose carote del diametro e dell’altezza di un metro. Conservate in speciali container che garantiscono la catena del freddo, sono giunte a Ravenna il 16 aprile e da lì hanno proseguito il viaggio verso l’Alfred Wegener Institute Helmholtz Centre for Polar and Marine Research (AWI) di Bremerhaven, in Germania, dove saranno tagliate. I campioni ottenuti saranno quindi inviati ai laboratori delle istituzioni di ricerca europee coinvolte nel progetto, tra cui l’OGS di Trieste, dove, nell’autunno prossimo, inizieranno le analisi. Il team di ricerca del progetto si aspetta di ricavare informazioni essenziali per ricostruire la storia climatica delle Terra, tornando indietro nel tempo di oltre 1,2 milioni di anni.
L’unità – che deve il proprio nome alla prima donna a ottenere nella prima metà del ‘700 una cattedra di Fisica all’Università di Bologna – ha completato due rotazioni dalla Nuova Zelanda all’Antartide, circumnavigando il Mare di Ross e raggiungendo la Base italiana in Antartide “Mario Zucchelli” (MZS) per attività di logistica e supporto. Dopo una breve sosta in Nuova Zelanda, la nave ha ripreso il viaggio per rientrare in Italia dopo circa 40 giorni di navigazione con una rotta attraverso l’Oceano Pacifico australe, doppiando Capo Horn e percorrendo l’Oceano Atlantico a favore di vento.
Costruita nel 1995, la rompighiaccio è oggi l’unica unità italiana in grado di operare in mari polari, sia in Antartide sia in Artico essendo conforme alle nuove regole internazionali per l’accesso delle navi alle aree polari (il cosiddetto “Polar Code”). Con una stazza di 4.028 tonnellate e una lunghezza di 80 metri, dispone di un ponte di volo per elicotteri e di una gru da 50 tonnellate. Di proprietà dell’OGS da maggio 2019, è a supporto di tutta la comunità scientifica, grazie a un accordo tra i principali enti nazionali che studiano le aree polari e ne gestiscono le infrastrutture.