VENEZIA – Una risposta punto per punto e la disponibilità al dialogo, con l’ipotesi di modifiche al bando di gara per l’Art. 17.Questa la posizione espressa oggi pomeriggio dal presidente dell’Autorità di sistema portuale di Venezia, Fulvio Lino Di Blasio, durante una conferenza stampa indetta all’indomani dell’incontro durante il quale i sindacati hanno richiesto il ritiro del bando e prima della proclamazione dello sciopero a oltranza.
Il presidente dell’Authority ha voluto affrontare tutte le criticità sollevate dai sindacati e quindi dai lavoratori, iniziando dalla questione della “clausola sociale”.
«La clausola sociale è prevista sia in termini di mantenimento dei livelli salariali che in termini di salvaguardia occupazionale» ha detto Di Blasio. Quindi i posti di lavoro saranno garantiti (assieme a livello salariale e inquadramento) a prescindere da chi si aggiudicherà il bando.

Per quanto riguarda la “chiamata nominativa” (l’ipotesi di poter richiedere un singolo lavoratore dell’Art. 17), secondo Di Blasio c’è già, a Venezia, questa prassi e con il bando si è tentato di regolamentarla «per cercare di eliminare tutto il detto e non detto tra terminalisti e compagnie, ma a tutela dei lavoratori». Non tanto, quindi, per la scelta del singolo nome, ma per chiedere determinate competenze e specificità. «Ma siamo disposti a rivederla».
A questo proposito, il presidente dell’Authority, ha tenuto a sottolineare che va normalizzato «il rapporto con la stazione appaltante», che ha la possibilità e dà la disponibilità di apportare modifiche. Il bando, ha aggiunto Di Blasio, ha all’interno del proprio Dna la possibilità di dialogare con il mercato, senza richiedere la riapertura del bando stesso.

«Non c’è alcun blocco delle retribuzioni, l’unica fattispecie che abbiamo un pochino disciplinato e quella degli elementi delle tariffe». L’adeguamento al Contratto nazionale non si trasmette in modo immediato alla tariffa – è stato spiegato – ma serve un’istanza.
«Non sono previste chiamate orarie, non c’è alcuna tariffa oraria» ha continuato Di Blasio, che ha spiegato come i terminal abbiano orari differenti e che quindi il bando ha dimensionato la tariffa, che parte da un costo orario e poi va adeguata. «Ai terminal non è consentito di fare chiamate diverse dai turni in vigore».
Sui provvedimenti disciplinari non c’è alcuna pretesa di ingerenza dell’Authority, ma solo un richiamo al contratto nazionale.
«Ho convocato un tavolo nazionale con i sindacati nazionali – ha aggiunto Di Blasio – venerdì pomeriggio, per comprendere meglio le preoccupazioni che possiamo avere generato con questo testo (del bando, ndr)… con tutta la flessibilità e la disponibilità a intervenire ma a bando pubblicato e a bando vigente».
Se ci dovesse essere la modifica anche solo di una parola, si può ricorrere, ha concluso Di Blasio alla riapertura dei termini, per consentire la partecipazione anche di chi non avrebbe presentato domanda con la versione originariamente pubblicata.

Sulla questione è intervenuto anche Davide Calderan, presidente di Venice port community, il consorzio che riunisce tutti i più importanti operatori portuali.
«La dichiarazione di sciopero espressa oggi dalle sigle sindacali ci pone in preoccupazione per i danni sostanziali che si andranno a creare al sistema porto. Comprendiamo le ragioni di entrambe le parti e, come ha detto oggi il presidente dell’autorità, c’è la necessità di coniugare un sistema di regole con la dinamicità di un’economia flessibile come quella che ci contraddistingue. Siamo a disposizione – ha detto Calderan – con le nostre competenze per aiutare le parti a trovare un accordo, che, come dicono i sindacati, possa riportare la realtà a una situazione di normalità lavorativa. L’auspicio è che tutto rientri in tempi brevi».

Le slide presentate oggi dall’Authority di Venezia per fornire chiarimenti al Bando per l’Art. 17.