TRIESTE – È in crescita, anche se di poco, il traffico merci lungo l’Autostrada del mare fra il porto di Trieste e la Turchia su traghetti Ro-Ro.
I dati riguardano le navi di DFDS e di Ulusoy che ormeggiano alle banchine di Samer Seaports, Timt e Piattaforma logistica (HHLA Plt Italy).
Nei primi sei mesi del 2024, si sono toccate le 162.000 unità (veicoli) contro le 160.000 circa del primo semestre 2023. Resta sostanzialmente invariato anche il calcolo sulle tonnellate complessive e sui container (circa 52.000 Teu nei primi sei mesi dell’anno.)
Nel 2023 ci si era fermati a un totale di circa 325mila veicoli e 100.000 Teu.
I dati parziali del 2024, spiega Enrico Samer, presidente e amministratore delegato di Samer & Co. Shipping, rispettano sostanzialmente le previsioni. Ma in realtà, ci sarebbe l’opportunità di aumentare i traffici, se si potessero reperire spazi per i camion in sosta dopo lo sbarco.
Il 40% dei camion che raggiungono l’Europa provenienti dalla Turchia, infatti, viaggia ancora su strada. I collegamenti via mare, quindi, potrebbero essere incrementati, ma il problema degli spazi di retrobanchina si fa sentire. Un problema che presto dovrà essere affrontato anche da HHLA Plt Italy, che sta per accogliere il nuovo servizio di Grimaldi, armatore che per la prima volta tocca il porto di Trieste. Il collegamento con Ambarli, come già scritto su queste pagine, riguarda un mercato (quello che si riferisce alla parte “europea” di Istanbul) al momento non servito dalle linee storiche, ma è pur sempre una concorrenza per DFDS e Ulusoy.
Per quanto riguarda il dilemma degli spazi, che non rappresenta una novità di giornata ma che si fa sempre più pressante, resterebbero da affrontare le tematiche connesse, le quali, essendo di non poco conto, hanno finora frenato le soluzioni ipotizzate.
Le nuove aree, infatti, dovrebbero ricevere lo status di Punto franco e funzionare 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno, per consentire la circolazione degli automezzi senza limitazioni di orario. Un accordo con la Guardia di finanza, quindi, è alla base di ogni possibile soluzione.
Negli anni scorsi, invece, l’Autorità portuale si era data da fare per risolvere la questione dei camion in arrivo al porto di Trieste, spesso causa di congestione su alcuni tratti della viabilità. La creazione di “aree buffer” messe a disposizione anche da privati, ha sostanzialmente risolto il problema.