TRIESTE – Due icone legate al mondo marittimo triestino sono protagoniste del Monfalcone GEOgrafie Festival, in corso di svolgimento nella città dei cantieri.
Giovedì pomeriggio è toccato al libro del professor Sergio Bologna “Agli inizi del container. il Lloyd triestino e le linee per l’Australia”, raccontare la nascita di una parte dello shipping che oggi influenza – anche se spesso non ce ne accorgiamo – la nostra vita quotidianamente. Il protagonista della globalizzazione: il container. Trasportare prodotti finiti di basso valore per lunghe distanze marittime era impossibile prima dell’avvento del container, costava troppo. Quando i costi per unità di prodotto sono crollati, è stato possibile, conveniente, produrre nel Far East e consumare in Europa. Oggi sono circa 180 milioni i container in giro per il mondo. Questa crescita spettacolare è cominciata più o meno 50 anni fa. Anche Trieste e l’Italia hanno fatto la loro parte. Questo libro ci dice come.
Domani domenica 3 aprile, invece, alle 16.00 in Piazza della Repubblica (Spazio Sud), sarà la volta di Massimiliano Penazzi e del suo libro sul pontone Ursus. La vicenda riporta a quel 2 marzo 2011 quando, a causa della bora scura, l’Ursus, protagonista di un secolo di storia navale giuliana, rompe gli ormeggi e prende il largo come un mostruoso veliero senza pilota. Accanto al pontone galleggiante c’è l’Audax, che lo segue fin quando le cime si spezzano e il piccolo rimorchiatore punta diretto verso le sabbie isontine. Le due imbarcazioni avrebbero potuto provocare danni ingentissimi alle navi in rada o in navigazione. Gli unici che potevano tentare di catturare i fuggitivi erano gli uomini della Tripmare, erede della storica Tripcovich. “Ursus & Audax, la grande fuga”, il titolo dell’opera.