TRIESTE – Secondo Renato Brunetta, presidente della Fondazione Venezia Capitale della sostenibilità, Porto Marghera è un sito adatta ad accogliere centrali nuclari di nuova generazione.
La dichiarazione è stata fatta venerdì al Venice Hydrogen Forum 2024 sull’isola della Giudecca, e ha raccolto il sostegno di Confindustria Veneto Est. D’accordo con la riproposizione del nucleare, come già espressosi nel recente passato, anche il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, presente allo stesso Forum.
«Il futuro sarà di energie congiunte: ritrovabili, nucleare, idrogeno e anche biocarburanti. Ormai il nucleare è la tecnologia più sicura al mondo e Porto Marghera – ha detto Brunetta – è un sito che può essere utilizzato anche per questo, data la sua vocazione industriale e data la sua accessibilità al porto».
Secondo l’ex Ministro, le nuove generazioni di reattori nucleari hanno livelli di sicurezza altissimi e scale dimensionali di produzione molto più ridotte rispetto al passato. «Siamo stati tutti “scottati” da Chernobyl e altro, ma guai alla monoenergia. Perché sempre di più il futuro è fatto di energie congiunte. Il nucleare ha una caratteristica, soprattutto quello di quarta generazione quando arriverà, che è quello della stabilità produttiva e di rischi molto relativi. Le rinnovabili hanno questo valore enorme della sostenibilità per le emissioni di carbonio, ma – ha aggiunto Brunetta – non hanno la continuità».

Anche per Mirco Viotto, delegato di Confindustria Veneto Est (Sezione di Venezia), è giunto il momento di riconoscere il nucleare come una delle soluzioni più sicure e sostenibili per il nostro futuro energetico.
«Dobbiamo superare le contrapposizioni e adottare una visione responsabile e autonoma. Il nostro Paese, in un contesto energetico critico, deve cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia nucleare di nuova generazione» ha detto Viotto commentando l’ipotesi nucleare a Marghera. «Multinazionali e grandi aziende – ha proseguito il delegato di Confindustria – aggiunge – sono pronte a investire in questo settore, e Porto Marghera si configura come un sito strategico per lo sviluppo di impianti nucleari, grazie alla sua vocazione industriale e logistica».
Sempre secondo Viotto, l’implementazione di queste tecnologie garantirà risparmi energetici significativi e ridurrà la dipendenza italiana da altri Paesi, aumentando la sicurezza nazionale. «Le nuove generazioni di impianti nucleari offrono sicurezza e dimensioni di produzione più contenute, rappresentando una scelta pragmatica. Confindustria Veneto Est – ha concluso Viotto – è pronta a sostenere iniziative per l’adozione di queste tecnologie, a beneficio della nostra economia e comunità».
Anche il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, sentito in occasione di una visita a Piacenza, ha confermato la posizione sull’energia nucleare. «Sappiamo benissimo che le fonti rinnovabili hanno un inizio e hanno una fine, abbiamo bisogno bisogno di potenza continua – ha detto Orsini – e l’unica via è quella del nucleare, anche se è vero che, sapendo di essere pronti domattina, saremo pronti nel 2031 2032».

Al Forum di Venezia era presente anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che già in passato ha avuto modo di spiegare la propria posiaione in merito al nucleare di nuova generazione.«Non ci saranno più le grandi centrali nucleari. Quello è il nucleare di prima e seconda generazione, è come se noi volessimo correre a Monza con con l’auto dell’inizio del secolo scorso».
Il ministro ha spiegato che il futuro dell’Italia, come dei Paesi del G7-G20, vede un’esplosione dei consumi di energia, che secondo tutti gli analisti è destinata a raddoppiare al 2050. «L’Italia deve percorrere tutte le strade per produrre energia, però deve rispettare “l’emissione zero” al 2050, perché noi siamo ancora un Paese che usa carbone, usa l’idroelettrico, che può crescere ancora un po’, l’eolico, che funziona quando c’è vento, il fotovoltaico, che funziona quando c’è il sole e devono esserci gli accumulatori. L’idrogeno può venire da subito anche con l’importazione, ma l’energia pulita senza emissioni è l’energia nucleare».
Pichetto Fratin ha precisato di riferirsi alla fissione di quarta generazione, di piccoli reattori: «Non credo che ci sia un problema di localizzazione, perché sono piccoli impianti e delle dimensioni molto ridotte. Io credo che sarà una valutazione di acquisto da parte di consorzi di impresa oppure di città, di soggetti pubblici, e lo Stato dovrà regolamentare le regole di sicurezza del prodotto, delle distanze. Ma non credo che sarà lo Stato a farlo. È la stessa cosa dei grandi impianti attuali di eolico. Sono le istanze che poi vengono valutate su questo. In questo momento abbiamo un mandato di ricerca e sperimentazione, stiamo procedendo con la definizione del quadro giuridico, per tenerci al passo. Poi la valutazione, che io credo verrà nel prossimo decennio. Nel Piano nazionale integrato clima ho previsto l’utilizzo di energia da piccoli reattori del 2065, quindi sarà in quel momento a farsi la valutazione della sicurezza e della convivenza economica» ha concluso il Ministro.