TRIESTE – L’Italia, attraverso i suoi porti, deve dettare un’agenda europea che ponga nuovamente il Mediterraneo al centro.
Questo l’appello lanciato da Federagenti al Governo, citando l’Economist e il Guardian, che in questi giorni hanno rilevato come le attenzioni europee e mondiali siano rivolte alla premier Giorgia Meloni nel ruolo di padrona di casa del G7. “L’Italia, di fatto unico Paese europeo uscito dal voto per Bruxelles, non solo con una governance confermata, ma anche rafforzata, a fronte di un’instabilità e di veri e propri terremoti politici che attraversano nei fatti la maggioranza dei principali paesi Ue in balia degli estremismi, ha un’occasione unica, che non può lasciarsi sfuggire: quella di dettare sul mare (e la Puglia non a caso ne è il baricentro) un’agenda europea che ponga nuovamente il Mediterraneo al centro e che trovi proprio in Roma, una guida salda per disegnare equilibri futuri, ma specialmente per partecipare attivamente, con un ruolo da protagonista, a un nuovo ordine che riguardi tutto il bacino Mediterraneo allargato al Mar Rosso e al mar Nero” recita una nota di Federagenti.
Il presidente Alessandro Santi, però, evidenzia le perplessità e i dubbi circa la capacità del Paese e del suo Governo di cogliere queste opportunità, creando un vero e proprio trampolino di lancio per il Piano Mattei.
“I porti in questa operazione dovrebbero svolgere una funzione essenziale, ma proprio in questi giorni si sta assistendo a una crisi di governance portuale che rischia anche di ripercuotersi sulla tempistica della realizzazione delle nuove opere – sostiene la Federazione nazionale agenti, raccomandatari marittimi
e mediatori marittimi – che riguardano il sistema portuale e logistico. Peraltro, allontanando nel tempo le ipotesi di riforma del settore ora quanto mai necessaria. La sovrapproduzione di norme, la loro poca chiarezza e propensione alla libera interpretazione, la sovrapposizione di norme, di definizioni di ruoli e di sistemi di controllo non fanno altro che alimentare situazioni di incertezza e di stallo che causano ritardi e la fuga degli investitori dal nostro Paese”.
«Per quello che ci compete e certo per l’osservatorio privilegiato sui traffici internazionali, come agenti marittimi ci sentiamo in diritto e in dovere di rivolgere un appello diretto alla premier Giorgia Meloni, affinché non faccia perpetuare e riproporre nella portualità e nel sistema logistico gli errori del passato. È invece il momento di “dare le carte”. Rischiamo nuovamente – sottolinea Santi – di trovarci impantanati in una stagione a rischio immobilismo e ciò proprio nel momento in cui, sia sul fronte delle opere sia sul fronte organizzativo e operativo, i porti, ciascuno con la propria vocazione, sarebbero chiamati a un vero e proprio rush, sfruttando il recupero di centralità».