TRIESTE – È stato sospeso negli Usa lo storico sciopero che ha coinvolto gli scali dalla costa Est fino al Texas.
L’International Longshoremen’s Association (ILA) e la U.S. Maritime Alliance hanno annunciato che, non effetto immediato, tutte le attività lavorative coperte dal contratto quadro riprenderanno.
L’accordo provvisorio aumenterà i salari dei lavoratori del 62% nel corso dei sei anni di durata del contratto. Si tratta di un aumento significativo rispetto all’offerta delle associazioni dei datori di lavoro, che avevano previsto un aumento del 50%, contro il 77% chiesto dal sindacato.
Secondo quando riportato dai maggiori media americani, l’accordo provvisorio non risolve le divergenze tra il sindacato e le compagnie di navigazione sull’automazione nei porti. Questo aspetto della propesta che ha portato alla sciopero, infatti, sarà al centro delle trattative tra le due parti da qui al 15 gennaio.
Le conseguenze della massiccia astensione dal lavoro di circa 45mila portuali, però, avrà comunque pesanti conseguenze sui traffici.
Prima dello sciopero, diversi esperti di logistica avevano detto che ci sarebbero voluti dai tre ai cinque giorni per recuperare il flusso di merci per ogni giorno di chiusura dei porti.
L’accordo di ieri tra sindacato e datori di lavoro non chiude la porta a un nuovo sciopero in futuro. La versione finale del contratto, dovrà infatti essere ratificato dagli iscritti al sindacato, prima di poter entrare in vigore. Se gli iscritti dovessero votare contro, lo sciopero potrebbe ricominciare.