TRIESTE – Nel 2024, il porto di Rotterdam ha registrato un aumento del traffico containerizzato per la prima volta in tre anni.
I beni di consumo e I prodotti alimentari sono stati i principali motori della crescita. Secondo Frank van der Laan, Senior advisor business intelligence della Port of Rotterdam Authority, questo potrebbe essere il segnale di una ripresa più ampia, soprattutto con il completamento dei progetti di espansione in corso. Tuttavia, le incertezze geopolitiche restano un fattore chiave da monitorare.
Dopo anni di contrazione, il mercato dei container allo scalo dei Paesi Bassi ha registrato una crescita del 2,8% nel 2024. Un aumento modesto, ma significativo, considerando che il trasporto containerizzato è essenziale per il commercio europeo, movimentando merci fondamentali come alimenti, farmaci e componenti industriali. Van der Laan spiega che la crescita è stata trainata dall’espansione economica e dall’aumento dei consumi, invertendo la tendenza negativa iniziata con la crisi pandemica e aggravata dalla guerra in Ucraina. L’impatto di quest’ultima è stato particolarmente pesante per Rotterdam, dato che l’8% del volume del porto era legato ai traffici con la Russia. Con il crollo di questa quota e l’aumento dei prezzi dell’energia in Europa, il potere d’acquisto dei consumatori è diminuito, riducendo il volume di merci movimentate.
Nel 2024, però, la situazione è cambiata. I beni di consumo, tra cui elettronica, mobili ed elettrodomestici, hanno segnato un +17%, mentre i prodotti alimentari sono cresciuti del 7%. L’unico settore in sofferenza resta quello dell’export di alta gamma, con l’industria automobilistica, chimica e meccanica europea in difficoltà rispetto ai concorrenti globali, a causa dei costi energetici elevati.
Tuttavia, il porto di Rotterdam ha riscontrato difficoltà nel transhipment. Questo fenomeno è stato influenzato da due fattori principali: l’aumento della domanda globale del 7,4% e il caos nelle rotte commerciali dovuto alla crisi nel Mar Rosso. Con l’inagibilità della rotta di Suez, molte navi stanno circumnavigando l’Africa, aggiungendo 18 giorni ai tempi di transito e richiedendo due o tre navi aggiuntive per mantenere la rotazione. La disponibilità di queste unità è limitata, causando ritardi e congestione nei principali hub del Mediterraneo occidentale, con ripercussioni anche su Rotterdam.
L’incertezza più grande resta quindi la situazione geopolitica, in particolare il blocco della rotta del Mar Rosso. Oltre il 50% dei container movimentati a Rotterdam proviene dall’Asia, quindi la riapertura della rotta potrebbe portare benefici significativi, riducendo tempi di transito e costi di trasporto. Un altro elemento chiave da tenere in considerazione sono le nuove alleanze nel settore dello shipping. Il 2025 vedrà una riorganizzazione delle partnership tra compagnie di navigazione, con effetti positivi per Rotterdam. In particolare, la nuova alleanza tra Hapag Lloyd e Maersk, nota come “Gemini”, adotterà un modello hub-and-spoke, con Rotterdam come hub primario per la distribuzione dei volumi verso altri porti secondari come Anversa e Le Havre.
Se non vi saranno shock economici o geopolitici, Van der Laan prevede una crescita del mercato containerizzato del Nord Europa tra il 2% e il 3% nei prossimi anni. Rotterdam seguirà questo ritmo, ma una volta completate le espansioni infrastrutturali, potrebbe superare la media del mercato.