TRIESTE – La Siot (Società italiana oleodotto transalpino-Gruppo Tal) ha chiuso il bilancio 2023 con 3 milioni di utile.
Il documento contabile è stato approvato dall’assemblea dei soci con risultati operativi e finanziari positivi. Così come positivi si dimostrano i primi cinque mesi del 2024, durante i quali i traffici di petrolio greggio sono cresciuti del 13,2%. Nei giorni scorsi, intanto, il terminal petroli ha ospitato la 22millesima nave e superato il traguardo di 1,7 miliardi di tonnellate di greggio trasportato nella sua lunga storia.
Nel 2023 sono state servite 395 petroliere che hanno trasportato 36,7 milioni di tonnellate di greggio, proveniente per la maggior parte da Kazakistan e Libia.
Come nel resto della sua storia, Siot-Tal nel corso del 2023 ha continuato a dedicare un notevole impegno al perseguimento degli obiettivi relativi alla sicurezza e alla tutela ambientale, anche attraverso un continuo programma di addestramento e di sensibilizzazione del personale e di coinvolgimento delle ditte appaltatrici, Il 2023 ha fatto segnare zero infortuni sul lavoro, a conferma delle efficaci misure di sicurezza adottate; l’organico è salito a 130 persone, due in più rispetto al 2022: 5 Dirigenti, 29 Quadri, 77 Impiegati e 19 operai.

«Siot è un terminal strategico per il nostro porto, anche perché si tratta di grandi contribuenti che consentono poi di realizzare progetti e interventi per l’intera comunità portuale. Il traffico sta andando bene nei primi cinque mesi dell’anno, la situazione geopolitica non è favorevole, ma la Tal sta compensando. È una garanzia di stabilità, siamo contenti dei risultati» ha commentato Vittorio Torbianelli, Commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale.
«Il 2023 è stato un anno positivo per Siot – spiega il presidente Siot e General manager del Gruppo Tal, Alessio Lilli – anzitutto perché abbiamo operato in sicurezza sia per chi lavora con noi, con zero infortuni registrati, sia per l’ambiente. Dal punto di vista operativo, abbiamo garantito le esigenze sia delle raffinerie di destinazione che degli shippers e l’aumento dei traffici nel primo quadrimestre del 2024, con un 13,2% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ci fa stimare che quest’anno potremmo raggiungere i 40 milioni di tonnellate trasportate. A questa evoluzione del mercato si unisce l’operazione Tal Plus, il progetto che stiamo portando avanti e che, grazie all’adozione di nuovi sistemi di pompaggio, permetterà di aumentare la capacità di portata della pipeline. Un progetto strategico sotto il profilo internazionale, che consentirà alla Repubblica Ceca di soddisfare il proprio fabbisogno di greggio attraverso il Porto di Trieste abbandonando le forniture russe».
La società sta inoltre proseguendo nell’importante progetto da oltre 44 milioni di euro per il potenziamento del terminal, in partnership con Fincantieri.
A breve si procederà a realizzare una serie di attività di rinforzo e consolidamento delle strutture, per adattarsi alle crescenti esigenze del traffico marittimo.

«Se il 2022 è stato l’anno dell’inizio del conflitto russo-ucraino – conclude Alessio Lilli – nel 2023 lo scenario internazionale è stato nuovamente scosso dal conflitto armato tra lo stato di Israele e Hamas, che ha portato con sé attacchi da parte dei ribelli Houti contro navi mercantili nei pressi del canale di Suez. Questo ha comportato che parte del traffico marittimo sia stato deviato sulla rotta che circumnaviga l’Africa, ma l’arrivo delle petroliere verso il terminale marino della società ne ha risentito solo marginalmente. La situazione geopolitica è sempre rilevante per una società come la nostra, per questo continuiamo a monitorare la situazione e con essa tutte le normative varate a livello internazionale come risposta alle crisi in corso. Per quanto queste non abbiano riguardato al momento direttamente le movimentazioni del greggio o altri aspetti dell’operatività, l’azienda è pronta a intervenire qualora lo scenario si modifichi».
La Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino S.p.A. gestisce la parte in territorio italiano degli oltre 750 chilometri dell’infrastruttura energetica che, partendo da Trieste, attraversa il Friuli Venezia Giulia e l’Austria prima di arrivare in Germania, ricoprendo un ruolo strategico nella rete di approvvigionamento di materie prime per Austria, Germania e Repubblica Ceca.