TRIESTE – Porto fermo per due giorni anche a Venezia, dopo la massiccia adesione allo sciopero nazionale per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale.
“Il negoziato per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl), scaduto il 31 dicembre 2023, nonostante lo stato di agitazione aperto l’11 marzo e lo sciopero di aprile (nei giorni 2, 3, 4 e 5), pur avendo successivamente registrato dei passi in avanti, non ha ancora raggiunto un livello adeguato alle aspettative dei lavoratori” scrivono i sindacati in una nota congiunta di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil.
«Anche il secondo giorno di sciopero è confermata la grande adesione del primo giorno, a riprova che le motivazioni di questo fermo di 48 ore sono estremamente sentite dai lavoratori: l’adesione ha sfiorato in alcune realtà il 100% della platea dei lavoratori veneziani. Le motivazioni della mobilitazione – spiega Federica Vedova, segretaria generale Filt Cgil Venezia – riguardano il rinnovo del CCNL ed il mancato raggiungimento al tavolo negoziale delle previsioni economiche e normative poste dai sindacati. I portuali hanno necessità di un recupero salariale, regole più stringenti relativamente al tema della salute e della sicurezza sul lavoro ed il mantenimento del contratto unico per tutti i lavoratori portuali, indipendentemente dall’azienda di appartenenza e dalla specifica mansione svolta. Abbiamo anche notato una forte solidarietà da parte dei lavoratori di settori diversi ma appartenenti alla stessa filiera, come quello della logistica».