TRIESTE – Il trasporto ferroviario merci in Italia registra un nuovo anno in flessione: lo evidenzia il Rapporto Fermerci 2025, che evidenzia una diminuzione generalizzata degli indicatori, rilanciando l’allarme sulle interruzioni della rete che proseguiranno fino al 2027.
Diminuiscono i treni-km, calano i convogli in partenza e in arrivo nei porti, si contrae l’attività negli impianti di ultimo miglio. È un quadro di criticità quello presentato dal III Rapporto Annuale sul trasporto ferroviario merci, diffuso oggi da Fermerci alla Camera dei Deputati. Il documento, punto di riferimento per l’analisi del settore, sottolinea come le difficoltà operative siano acuite dalla prosecuzione dei lavori infrastrutturali previsti dal PNRR, la cui conclusione è attesa non prima del 2027.

Secondo il Rapporto, il traffico ferroviario merci ha subito un calo del 5% tra il 2021 e il 2024, mentre nei porti si è registrata una contrazione del 6% nei treni movimentati sempre nello stesso periodo. Il settore sconta quindi una duplice pressione: da un lato le trasformazioni necessarie alla rete, dall’altro la mancanza di strumenti efficaci per sostenere gli operatori durante la transizione.
«Il comparto ha bisogno di certezze regolatorie e ristori economici immediati per resistere fino al completamento degli interventi – ha affermato Clemente Carta, presidente di Fermerci – senza queste misure, il rischio è quello di compromettere la tenuta di un settore chiave per la competitività logistica del Paese».

Fermerci evidenzia anche segnali positivi: il potenziamento della rete, l’armonizzazione con gli standard europei e il miglioramento della capacità dei treni. Tuttavia, l’associazione sottolinea la necessità di rendere strutturali e potenziare gli incentivi già esistenti (ferrobonus e norma merci), oltre a rifinanziare il contributo per l’acquisto di locomotive e carri ferroviari. Le imprese, infatti, segnala l’associazione, hanno già investito oltre 700 milioni di euro confidando in un sostegno pubblico ancora non erogato.