TRIESTE – «I valichi alpini non sono semplici collegamenti tra stati ma snodi strategici, un asset per il commercio europeo e per il mercato unico europeo».
Questo il concetto espresso oggi da Leopoldo Destro, delegato di Confindustria per Trasporti Logistica e Turismo, al convegno “Bridging the Alps: overcoming barriers and advancing sustainable connectivity in Europe”, in una sala del Parlamento europeo.
Secondo Destro è importante e strategico far circolare le merci in maniera fluida e efficace in tutta Europa: in questo quadro i valichi alpini rappresentano una priorità strategica non solo italiana ma soprattutto europea.
Ma c’è bisogno, ha aggiunto il delegato di Confindustria, di una forte gestione europea per superare una visione dualistica da parte dei paesi confinanti e sarebbe opportuna una gestione coordinata di tutta la materia attraverso un inviato della Commissione per i valichi.

Nel 2023 le esportazioni extra-Ue dell’Unione Europea sono state pari a 2.556 miliardi di euro, mentre il valore degli scambi intra-Ue è stato di 4.102 miliardi.
La crescita del mercato Intra-Ue è stata superiore del 61% rispetto a quella delle esportazioni Extra-Ue.
I dati evidenziano il ruolo essenziale che il mercato unico europeo svolge per la crescita dell’economia Ue. Per questo motivo Confidustria chiede un rafforzamento dei poteri decisionali della Commissione europea, proprio con l’istituzione di un rappresentante speciale della Commissione per i valichi.

Sullo stesso concetto si è espressa anche l’eurodeputata Anna Cisint (Lega), nel corso del medesimo convegno organizzato da Confindustria e MEDEF.
«L’Europa deve riprendersi il proprio ruolo di “tutela” e “governo” del mercato unico e della libera circolazione delle merci. Finora, però, ha abdicato a questa responsabilità, lasciando la questione nelle mani di accordi bilaterali tra Stati membri. Servono investimenti reali nelle infrastrutture, invece di destinare risorse ai folli progetti Von Der Leyen come il piano di riarmo. È necessario – ha detto Cisint – stabilire cronoprogrammi chiari che offrano certezze a Paesi e investitori».
«Il Brennero è il simbolo di un’Europa incoerente: l’Austria impone restrizioni al traffico pesante con il pretesto della tutela ambientale, salvo poi applicare tariffe ferroviarie proibitive, creando concorrenza sleale e minor competitività per il nostro mercato. Il tunnel del Fréjus – ha aggiunto l’europarlamentare – è chiuso da quasi due anni per una valanga perché il governo francese non ha mai trattato il ripristino come una priorità. E Bruxelles? Silente. Nessuno ha chiesto conto a Parigi per questa inaccettabile inerzia. Per il Monte Bianco è prevista una chiusura di tre mesi per 18 anni con conseguenze devastanti sul nostro PIL».
«L’Europa deve finalmente dimostrare di essere coerente con la sua missione : garantire un mercato unico equo e competitivo, condividere gli investimenti dell’ampliamento dei valichi con tempi certi e rivedere la politica tariffaria» ha concluso Cisint.