CASTEL VOLTURNO – Nuovi investimenti n strutture, hardware, software e ricerca per IMAT l’Academy di Castel Volturno (Caserta), fiore all’occhiello nazionale per la formazione dei marittimi.
A febbraio, l’Italian maritime Academy Technologies dovrebbe inaugurare la nuova sede a pochi chilometri da quella storica e raggiungere livelli di eccellenza grazie e nuove sfide tecnologiche che hanno portato all’allestimento di un motore marino e alla riproduzione di n “vero”ponte di comando (si tratta della copia di quello che governa la nave da crociera MSC Seascape) per una serie di corsi di formazione all’avanguardia in Europa e probabilmente nel mondo.
Non è un caso, infatti, che l’IMAT accolga marittimi da 155 Paesi e dedichi il 70% della propria attività a “studenti” esteri.
Il passaggio, che non sarà difficile definire epocale, porterà dai corsi sui simulatori a strutture reali, alle quali si affiancheranno interventi con visori per l’utilizzo della cosiddetta “augmented reality”.
In questi ultimi anni, IMAT ha partecipato e vinto (da capofila), progetti europei di ricerca, continuando ad investire risorse private per nove attrezzature e per l’aggiornamento di quelle già a sua disposizione.
Pur trasferendo conoscenza e collaborando con tutte le maggiori compagnie di navigazione mondiali, l’Academy campana non ha un grosso Gruppo alle spalle e continua a rimanere “neutrale”, offrendo i propri servizi su scala intercontinentale.
Per quanto riguarda il panorama nazionale, è in vista una maggiore collaborazione con gli ITS (già in corso a Trieste e Venezia), gli istituti tecnici per la preparazione delle nuove figure necessarie all’economia del mare.
L’Academy di Castel Volturno ha confermato l’anno scorso la strada intrapresa a lungo termine nell’investimento in nuove tecnologie e nell’internazionalizzazione, frutto dei contratti a lunga scadenza che la vedono impegnata con le principali compagnie commerciali, passeggeri e crocieristiche a livello mondiale. Uno sforzo che si è tradotto in una crescita del numero di corsi erogati, dalle certificazioni obbligatorie STCW ai pacchetti avanzati sviluppati sulle specifiche esigenze delle società armatoriali, e dei marittimi formati.
«Abbiamo contratti in essere per oltre 4mila navi, il che significa servire circa il 7% della flotta mondiale,» ha confermato il Capitano Rosario Trapanese, Director new development and strategy di IMAT. «Le certificazioni riconosciute si attestano sulle 40mila, con una partecipazione che vede coinvolte più di un centinaio di nazionalità. Una crescita che, insieme ai consistenti investimenti in nuove tecnologie, si è riflessa anche sulla composizione del personale tecnico: nel nostro team di istruttori sono entrati altre venti professionisti del settore» ha aggiunto Trapanese.
«Per quanto sofisticate, le attività svolte in regime di simulazione non bastano più. La nostra idea è quella di sviluppare le competenze- ha spiegato ancora Trapanese – attraverso esperienze il più possibile reali, mettendo a disposizione dei corsisti i comandi, le apparecchiature e i sistemi tecnologici presenti e futuri che troveranno a bordo delle navi».
Da qui la realizzazione della nuova sede tecnica di IMAT, dotata di ponti di comando in scala 1:1 degli ambienti operativi. La struttura è dotata da un ponte di comando da 37 metri e 100 tonnellate di peso in una sala da 1.500 metri quadri collegato ad una centrale macchina gestita da otto operatori in contemporanea. Quest’ultima, oltre ad essere collegata con il ponte di comando, è collegata anche all’intero sistema di automazione nave, ai due motori ed i relativi impianti, costituendo un vero e proprio sistema nave per le attività di Vessel Resource Management (VRM). Ma reali sono anche i motori: uno dual fuel da 16 megawatt, 230 tonnellate di peso, collegato ai sistemi ausiliari. Oltre una seconda sala macchine con un motore da 2,7 megawatt, con la possibilità di caricare 0,5 megawatt di batterie al litio (unica sala macchine Hybrid in Europa).
Per la prima volta è stato messo a punto un sistema che permette l’interazione con impianti veri: attraverso interfacce software i motori e tutti gli altri dispositivi possono essere avviati nel corso delle prove pratiche. Il Centro si è dotato anche di un avanzatissimo simulatore Tug (che sarà a breve integrato nel sistema della nuova sede), 32 nuove aule per un totale di 3.000 metri quadri divisi su tre piani, oltre all’implementazione continua della piattaforma software proprietaria attraverso cui il centro eroga online parte della sua offerta formativa.
«Nel corso del 2025 sarà realizzata il primo impianto al mondo, dedicato alla formazione, di bunkeraggio LNG e l’installazione di un “damage control and flooding simulator” collegato ad un sistema di gestione delle emergenze» conclude Trapanese. «È il primo progetto del genere che si realizza in Europa. L’obiettivo è quello di sostenere la competitività dell’industria marittima a partire da una risposta allineata, quando non in anticipo, alle trasformazioni tecnologiche di questo settore». Fondato nel 2005 IMAT si sta imponendo a livello internazionale come uno dei centri più innovativi nel settore della formazione marittima portando il Mediterraneo a confrontarsi con le tradizionali realtà del Nord Europa. Il know how sviluppato nel corso degli anni ha ricevuto anche il riconoscimento dell’Ue, con il coinvolgimento in importanti progetti europei.