TRIESTE – Quattro ore di sciopero per ogni turno: i lavoratori Fincantieri del cantiere di Monfalcone sono scesi in presidio per chiedere l’avvio urgente delle trattative sul contratto nazionale dei metalmeccanici, scaduto da mesi. L’iniziativa, promossa dalle rappresentanze sindacali unitarie di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, ha raccolto un’ampia adesione, secondo quanto riferito dai sindacati, che parlano di una risposta compatta e determinata da parte dei lavoratori.
Al centro della protesta ci sono le posizioni assunte da Federmeccanica e Assistal, indicate dalle organizzazioni sindacali come responsabili di un atteggiamento “inaccettabile” per quanto riguarda le politiche salariali, la gestione dell’orario di lavoro e la sicurezza. I rappresentanti dei lavoratori accusano le due associazioni di aver svilito, attraverso dichiarazioni pubbliche, il valore della mobilitazione operaia e di aver sminuito la partecipazione agli scioperi già svolti, come quello del 28 marzo.
Il presidio odierno davanti alla portineria dello stabilimento di Monfalcone si inserisce in un contesto nazionale di tensione crescente, con i sindacati che ribadiscono la necessità di un rinnovo rapido del Contratto collettivo nazionale di lavoro. Una richiesta definita non più rinviabile, alla luce dell’erosione del potere d’acquisto e delle difficoltà economiche che colpiscono le famiglie dei lavoratori.
Da parte sua, Fincantieri – pur non direttamente coinvolta nelle trattative contrattuali – ha fatto sapere di auspicare un rapido avvio del dialogo tra le parti, manifestando l’intenzione di contribuire a un clima costruttivo.
Sulla vicenda è intervenuta anche la deputata Debora Serracchiani, che ha definito “un errore” la situazione attuale, in cui i lavoratori si vedono costretti a scioperare per ottenere l’apertura di un tavolo negoziale. «Questo non è il momento di alzare muri», ha dichiarato, sottolineando come le maestranze di Fincantieri rappresentino un elemento essenziale del patrimonio industriale italiano e invitando tutte le parti a favorire il confronto.