TRIESTE – GNL e biofuel sono le soluzioni migliori per ridurre rapidamente le emissioni di CO2 nel trasporto marittimo.
Questa il risultato dell”Outlook sul Trasporto Marittimo Sostenibile, studio presentato da Fincantieri, Eni e RINA con il supporto tecnico di Bain & Company. La ricerca, illustrata a Roma alla presenza del Ministro Gilberto Pichetto Fratin, definisce per la prima volta in modo globale le alternative possibili, gli impatti ambientali e gli investimenti necessari per accelerare la transizione energetica nel comparto navale.

L’analisi adotta un approccio olistico e valuta diverse soluzioni tecniche specifiche per ogni tipologia di naviglio e area geografica. Nel breve periodo, i vettori energetici più efficaci per ridurre le emissioni di CO2 sono il gas naturale liquefatto (GNL), un combustibile fossile con minore intensità carbonica che richiede però investimenti infrastrutturali significativi nei porti, e i biofuel, tra cui l’HVO (Hydrotreated Vegetable Oil), utilizzabile in purezza senza modifiche infrastrutturali, e il FAME, che invece presenta limitazioni nell’uso diretto.
Nel lungo termine, i biocarburanti manterranno un ruolo cruciale, grazie anche all’emergere di soluzioni innovative come il BioGNL e il Biometanolo. Parallelamente, i carburanti sintetici derivati da idrogeno verde e l’idrogeno stesso potranno guadagnare terreno, soprattutto nel settore crocieristico a bassa e media potenza, grazie al progressivo sviluppo della filiera produttiva e alla crescente competitività.
La roadmap indicata dallo studio intende fornire chiarezza al settore, responsabile attualmente di circa il 3% delle emissioni globali di CO2, e punta a supportare l’obiettivo internazionale della neutralità carbonica entro il 2050. La definizione di soluzioni concrete e economicamente sostenibili è infatti indispensabile per minimizzare i rischi per gli investitori e per rendere realistica la trasformazione verso un trasporto marittimo realmente sostenibile.

«La decarbonizzazione del trasporto marittimo è una sfida che richiede visione industriale e capacità di trasformare l’innovazione in soluzioni concrete. Lo Studio sul Trasporto Marittimo Sostenibile, illustrato oggi, rappresenta un passo strategico in questa direzione: un’analisi integrata fondata su dati e scenari reali e sviluppata con il contributo di attori leader nei rispettivi settori. Da qui, la volontà di costituire un osservatorio su scala globale- ha detto Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e Direttore generale di Fincantieri – che rafforzi il nostro impegno nel guidare la transizione verso una riduzione dell’impatto ambientale, assicurando valore e competitività lungo l’intero ciclo di vita della nave. Fincantieri, inoltre, con l’obiettivo Nave Net Zero al 2035, punta ad anticipare il futuro, guidando il cambiamento e integrando tecnologia e sostenibilità per garantire competitività».

«Un anno fa ci eravamo impegnati con Fincantieri e RINA a sviluppare un Osservatorio su scala globale sulle prospettive di evoluzione delle soluzioni di decarbonizzazione sostenibili per il settore marittimo. Da questo studio, frutto dell’unione di competenze, risorse e tecnologie tra player del settore, è emerso oggi un quadro chiaro, in grado di fornire indicazioni utili – ha commentato Giuseppe Ricci, Direttore operativo Trasformazione industriale di Eni – per elaborare e concretizzare iniziative importanti per la decarbonizzazione del trasporto navale nei diversi ambiti e tenendo conto degli impatti in tutti i componenti della filiera. Come sostenuto anche a livello comunitario, è oramai condiviso che i biocarburanti, in particolare quelli già disponibili e utilizzabili in purezza come l’HVO, sono attualmente tra le migliori soluzioni adottabili per ridurre le emissioni GHG anche del comparto marittimo».

Carlo Luzzatto, amministratore delegato e Direttore generale di RINA, ha aggiunto: «Il trasferimento di competenze è un fattore chiave per accelerare la transizione energetica. La nostra capacità di mettere a fattor comune know-how ed esperienze maturate in settori diversi – come l’energia e il navale, che presidiamo da tempo – ci permette di sviluppare soluzioni efficaci per la decarbonizzazione. Sinergie come questa con Eni e Fincantieri sono fondamentali per trasformare l’innovazione in soluzioni concrete, generando benefici per tutti gli attori della filiera dello shipping e dei trasporti».

«Gli operatori del settore e gli investitori hanno bisogno di una visione chiara per orientare le scelte tecnologiche e gli investimenti. Con questa prima edizione dell’Osservatorio, abbiamo fornito uno strumento utile per interpretare l’evoluzione del fuel mix nel breve e nel lungo termine. A partire dal 2040, entreranno progressivamente in uso nuove soluzioni, su rotte e casi d’uso specifici, che si affiancheranno a biocarburanti e LNG, il quale però dovrà derivare da fonti bio. È quindi fondamentale – ha concluso Pierluigi Serlenga, managing partner Italia di Bain & Company – sviluppare una roadmap per adeguare il sistema portuale italiano, così da mantenerlo competitivo e centrale nelle future rotte marittime a basse emissioni. Stimiamo che, entro il 2050, saranno necessari circa 24 miliardi di euro di investimenti per l’intero sistema portuale europeo: una parte significativa di questa spesa rappresenta una concreta opportunità di business per la filiera italiana».