TRIESTE – Nelle ultime ore, il Mar Rosso è diventato nuovamente teatro di un’intensa escalation militare. I ribelli Houthi hanno rivendicato due attacchi alla portaerei statunitense USS Harry S. Truman e al suo gruppo d’attacco.
Per tentare di colpire la nave militare, sono stati utilizzati 18 missili balistici e da crociera, oltre a un drone. Gli attacchi sono avvenuti in risposta ai bombardamenti statunitensi su obiettivi Houthi in Yemen. Tuttavia, secondo fonti del Pentagono, le forze della USS Truman hanno intercettato con successo tutti i missili in arrivo, evitando danni alla nave e al personale a bordo.
Secondo un portavoce militare Houthi, i lanci di missili e droni fanno parte di una strategia per contrastare l’azione militare statunitense nella regione. L’attacco rappresenta la prima azione diretta contro una portaerei USA dal cessate il fuoco tra Hamas e Israele del gennaio scorso. Tuttavia, fonti statunitensi affermano che la risposta della marina USA è stata efficace e che la missione del gruppo d’attacco della USS Truman non ha subito alcuna interruzione.
La risposta degli Stati Uniti non si è fatta attendere: le forze armate hanno condotto un nuovo ciclo di attacchi mirati contro postazioni strategiche degli Houthi in Yemen. Il governo statunitense ha dichiarato che queste operazioni sono necessarie per proteggere la libertà di navigazione nel Mar Rosso e scoraggiare nuove minacce ai traffici marittimi internazionali. Secondo il portavoce del Dipartimento della Difesa USA, gli attacchi sono stati coordinati per neutralizzare, ancora una volta, le infrastrutture belliche utilizzate dagli Houthi per colpire navi e obiettivi occidentali.
Gli Houthi, sostenuti dall’Iran, hanno ribadito la loro intenzione di continuare le operazioni contro le forze statunitensi, affermando che ogni ulteriore attacco USA porterà a una risposta proporzionata e all’intensificazione delle operazioni militari. Il gruppo ribelle ha inoltre minacciato di estendere i propri attacchi a qualsiasi nave americana che si trovi entro 1.000 miglia dallo Yemen.
Le tensioni nel Mar Rosso stanno continuando ad avere un impatto significativo sulla sicurezza delle rotte commerciali globali. Le compagnie di navigazione internazionali stanno già utilizzando rotte più lunghe (via Capo di Buona Speranbza) per evitare l’area a rischio.
La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per questa escalation. Le Nazioni Unite hanno avvertito che un ulteriore deterioramento della situazione potrebbe aggravare la crisi umanitaria in Yemen, già in condizioni critiche. Intanto, la Russia ha chiesto un’immediata cessazione delle ostilità, sottolineando l’importanza di preservare la stabilità della regione.
La USS Truman era stata presente nel golfo di Trieste nell’aprile del 2022, mentre un mese fa si era resa protagonista di un episodio che aveva causato sconcerto, quando era stata coinvolta in una collisione con una portarinfuse al largo di Port Said.