TRIESTE – Questa mattina le paratie del MOSE si sono alzate per la centesima volta a protezione di Venezia: un successo del progetto, che però impedisce l’accesso delle navi al porto.
I cento sollevamenti del MOSE, tra il 2020 al 2025, hanno evitato danni a Venezia per oltre 2,6 miliardi di euro. Il record di attivazioni del modulo, ben 44, si è registrato per maree dagli 80 centimetri al metro e dieci. Lo ha ricordato oggi il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, citando anche il caso eccezionale del 22 novembre 2022 con l’innalzamento dell’acqua oltre 1.80 metri, quando l’opera salvò il centro storico di Venezia.
Lo stesso ministero ha anche ricordato che il MOSE (acronimo di MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) è costituito da un sistema integrato di opere. È composto da dighe mobili in grado di isolare la laguna dal mare durante gli eventi di alta marea superiori a una quota concordata e opere complementari per attenuare i livelli delle maree più frequenti e salvaguardare il rialzo delle rive e delle pavimentazioni, almeno fino a +110 cm, nelle aree più basse degli abitati lagunari.

Resta però da risolvere il problema dell’accessibilità, al porto, come più volte sollecitato da parte di Venice port community, la realtà che riunisce gli operatori legati allo scalo.
Proprio a dicembre dello scorso anno, a chiedere “regole certe” e “gestione accurata ed efficiente del Mose” era stato il presidente della Community, Davide Calderan.
«Si deve essere più accurati nella gestione con chiusure per giorni ripetuti. Non è accettabile che le chiusure si prolunghino di svariate ore per mancanza di rispetto dei livelli stabiliti. Non possiamo non considerare che l’economia del porto è fondamentale per il territorio e non può esser sconnessa per mancanza di programmazione mirata e attenta. Ricordiamo che le nostre aziende continuano a investire per offrire livelli di eccellenza – aveva detto Calderan – sia dal punto di vista della produttività aziendale, ma anche in termini di know-how. Un patrimonio che non possiamo disperdere e su cui è necessario fare quadrato. A partire dalla gestione del sistema di opere complesse che oggi sta salvando Venezia».

Oggi pomeriggio, intanto a dare l’avvio ufficiale all’Autorità per la Laguna è stato il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini, in visita al Comune. L’ente statale a tutela della salvaguardia di Venezia ed ente gestore del Sistema Mose è di fatto un’agenzia che deve far convivere tutta l’attività di tutela della città e della Laguna con la sua economia e il sistema portuale.
«C’è una grande collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nella gestione di Venezia e questa nuova agenzia sta portando avanti un dialogo importante anche a Roma. La sua gestione Mose è cominciata col piede giusto: oggi c’è stato il centesimo sollevamento delle paratoie, questa sera ci sarà il sollevamento numero 101 e possiamo dire che la città si sente al sicuro» ha detto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.
Impossibile non parlare dei costi della gestione di Venezia, dei costi del Mose: il presidente dell’Autorità per la Laguna di Venezia, Roberto Rossetto, ha stimato che entro qualche mese l’ente sarà in grado di avere un quadro esatto di quanto servirà a bilancio per la sua manutenzione, ricordando che il Sistema è un unicum. E in risposta il ministro Salvini è stato chiaro: «I soldi si troveranno, il Mose è opera strategica per il Paese, perché significa salvare una città dal grande passato che deve avere anche un grande futuro; ricordo che sono quasi 3 i miliardi di danni evitati con le barriere».