TRIESTE – A marzo i primi presidenti per le Autorità portuali già commissariate e più avanti la riforma della legge 84 del 1994 con una società per coordinare le attività degli scali nazionali.
Questa la sintesi delle risposte del viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, oggi a Trieste nella sede dell’Authority, alle domande dei media su i due temi che stanno tenendo banco in questi mesi nel settore della portualità in Italia.
Rixi era presente oggi a Trieste per illustrare le ultime novità in merito al terminal multipurpose che l’Ungheria sta per realizzare con un investimento di circa 200 milioni di euro, ma anche per una tappa del suo “tour” negli scali italiani.
«Alla fine di questo giro procederemo a rinnovo là dove abbiamo trovato le intese sui vari presidenti, quindi credo che sia questione ormai di qualche settimana e avremo i nuovi presidenti dei porti italiani» ha detto Rixi.
Concetto ribadito al pomeriggio durante l’incontro con operatori portuali e istituzioni cittadine, ma con un’importante aggiunta. In quella sede il viceministro ha anche detto che, nel caso di Autorità portuali dove non c’è ancora accordo, le nomine ministeriali procederanno comunque. Se dovesse corrispondere al vero, la questione dovrebbe risolversi nelle prossime settimane per tutte le Authority in ballo.
Ovviamente Rixi non ha voluto fare nomi, scherzando sull’argomento e spiegando seriamente che i nomi vanno fatti prima ai presidenti di Regione per l’intesa prevista dalla normativa.
A Trieste, intanto l’Autorità di sistema portuale sembra essere un affare tra Antonio Gurrieri (con Vittorio Torbianelli come Segretario generale) e l’avvocato Massimo Campailla. Questi almeno i rumors tra gli addetti ai lavori. Addetti ai lavori che però, in qualche caso, non escludono una figura terza, scelta la di fuori della realtà locale per esigenze nazionali.
«Vedremo, quello che dico è che sicuramente ci deve essere una visione verso il futuro e credo che il porto di Trieste negli ultimi anni ha sviluppato relazioni internazionali importanti. Abbiamo portato qui la prima linea con l’Egitto, stiamo facendo moltissime cose quindi, è stato fatto un buon lavoro, sicuramente è un’Autorità solida – ha detto ancora Rixi – che ha dimostrato grandi capacità di adattarsi a un mondo che cambia costantemente e quindi noi ci teniamo sicuramente sulle esperienze. Oggi non è la giornata dei nomi».
Il viceministro ha spiegato oggi a Trieste, anche la ratio della riforma che riguarderà una parte della legge 84 del 1994 che regola le attività dei porti italiani. Si tratta di un concetto già espresso nei mesi scorsi, ribadito oggi in occasione di una conferenza stampa.
«Noi stiamo lavorando per arrivare con un decreto nei prossimi mesi per riformare una parte del sistema portuale, in particolare quello che noi vogliamo creare è una società che gestisca e coordini l’attività dei porti italiani, gestisca il sistema dei dragaggi, che è uno dei temi più complessi a livello nazionale, gestisca anche, come posso dire, il tema della digitalizzazione del sistema» ha detto Rixi.
«Devono esserci sistemi integrati, ma assolutamente sicuri, per avere un’offerta che sia un’offerta sui mercati mondiali e un sistema Italia complessivo. Perché è evidente che noi oggi dobbiamo avere una vocazione molto spinta sul tema marittimo, dobbiamo diventare il secondo pilastro europeo sulla logistica oltre i porti del Nord. Pensate che oggi solo il porto di Rotterdam fa più merci di tutti gli scali italiani messi assieme. L’obiettivo del governo è arrivare a fare in modo che i nostri scali – ha aggiunto il viceministro – possano superare qualsiasi nazione europea per capacità logistica, per far questo bisogna mettere delle sinergie e avviare un processo che in qualche modo che porti anche i nostri scali a diversificare la propria offerta, e andare ad aggredire nuovi mercati». Citando l’esempio del porto di Trieste, Rixi ha ricordato la linea Ro-Ro su Danietta, e del ruolo dello scalo sul corridoio IMEC (corridoio economico India-Medio Oriente-Europa).