TRIESTE – Il terminal ungherese di Adria Port sarà operativo entro il 2028: lunedì incontro decisivo al ministero dell’Ambiente prima di dare il via libera ai lavori.
Lo ha annunciato oggi a Trieste il viceministro a Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, al termine di un incontro con Levente Magyar, viceministro ungherese agli Affari esteri e Commercio.
L’ormai annosa vicenda si sta trascinando, com’era facile prevedere, tra i complicati iter burocratici per le autorizzazioni ambientali, considerato che sull’area nella parte più meridionale del porto di Trieste, sorgeva la storica raffineria Aquila. I terreni erano già stati in parte bonificati, tant’è che lo stesso Rixi, nel settembre del 2023 si era impegnato per tentare di dare un’accelerazione all’importante investimento per sbloccare i bandi e per realizzare le opere di dragaggio e banchinamento.
Interventi nel frattempo iniziati, ma mai seguiti dalle necessarie autorizzazioni per l’area di piazzale che Adria Port, società di diritto ungherese direttamente controllata dallo Stato intende mettere a disposizione per attività multipurpose, coinvolgendo diversi soggetti locali. L’accelerazione al ministero dell’Ambiente potrebbe portare ad un inizio dei lavori già entro l’anno e all’operatività nel 2028.
«Lunedì abbiamo una riunione a Roma, dove ci saranno tutti i soggetti, dovrebbe essere una riunione risolutiva, quindi noi nelle prossime settimane ci aspettiamo di avere tutto e di poter procedere col cronoprogramma che vedrà prima la realizzazione della prima parte del terminal e poi il definitivo completamente. Riteniamo che a breve, sostanzialmente, saremo in grado non solo di iniziare i lavori, ma anche poi di completarli» ha detto Rixi.

L’investimento da quasi 200 milioni si propone anche di affrontare le incertezze del mercato (Mar Rosso e altro) attraverso la flessibilità di un’area estesa per 32 ettari. Nei mesi scorsi Peter Garai, alla guida di Adria Port, si era detto convinto che anche il general cargo possa avere uno sviluppo importante per il porto di Trieste. Sviluppo che potrebbe essere incrementato dalla ricostruzione dell’Ucraina, al termine della guerra con la Russia.

La giornata al porto di Trieste si è svolta anche con un sopralluogo nel cantiere aperto per le opere di banchina. «Un punto di svolta fondamentale all’interno di un’operazione partita nel 2018, che è strategica per la crescita di un territorio che trova nello sbocco sul mare un importante punto di forza» ha commentato l’assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti.
Nel pomeriggio, il viceministro Rixi ha avuto modo di incontrare i rappresentanti degli operatori portuali e delle istituzioni del territorio. È toccato al Commissario dell’Autorità di sistema portuale, Vittorio Torbianelli, illustrare i numerosi interventi in corso o in procinto di iniziare al porto di Trieste, che nei prossimi anni sarà pronto per accogliere uno sviluppo importante di traffico, anche attraverso la realizzazione del nuovo terminal container. Proprio durante questo incontro, oltre ad affrontare il tema della nomina del nuovo presidente dell’Authority per i porti di Trieste e Monfalcone, gli operatori e il Commissario hanno sottolineato la necessità di completare la digitalizzazione dei servizi portuali e di avere un presidente che lavori per confermare il ruolo di Trieste come come porto del sistema europeo, più che nazionale.