TRIESTE – Approvata a larga maggioranza, superando il 70% dei consensi con un dato piuttosto omogeneo da nord a sud, l’ipotesi di rinnovo del Contratto nazionale dei lavoratori dei porti.
A riferirlo, una nota congiunta di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti. Secondo i sindacati è “un rinnovo giunto dopo due scioperi ed oltre dieci mesi di serrate trattative, svolte dentro un contesto molto complesso e difficile anche a causa della paventata riforma e delle diverse crisi internazionali”.
“Aver messo in sicurezza il ccnl dei lavoratori dei porti rappresenta un fatto estremamente importante – sottolineano le tre organizzazioni – e da domani il nostro impegno si sposta sulla soluzione di questioni che restano ancora irrisolte, a partire dal riconoscimento del lavoro usurante e dallo sblocco del fondo di accompagnamento all’esodo”.
“Su questi temi – conclude la nota – proseguiremo nel confronto con le lavoratrici ed i lavoratori allo scopo di rilanciare l’azione sindacale per raggiungere i risultati che la categoria merita di ottenere”.

Di tono ben diverso il comunicato di Unione sindacale di base, che non ha partecipato alle trattative.
“Dopo essere stati estromessi senza giusta motivazione dal tavolo del rinnovo del CCNL PORTI, pur avendo più del 5% della rappresentanza a livello Nazionale, apprendiamo che CGIL, CISL e UIL sottopongono ai lavoratori e alle lavoratrici una consultazione sull’ipotesi di rinnovo in alcuni Porti Italiani, da cui emergono risultati contestabili poiché nascondono, in realtà, l’enorme dissenso che emerge rispetto alla proposta dei Confederali” sostiene la segreteria nazionale di USB.
“A Trieste non ci sono dati ufficiali delle singole aziende, ma è stato pubblicato solo dato cumulativo dei porti di Trieste e Monfalcone dove ha prevalso il SI al contratto, ma le notizie da Trieste riportano l’affermazione del NO nelle più grandi aziende Adriafer, TMT e ALPT” prosegue USB.
Risultati difformi anche a Genova, mentre a Livorno non avrebbe votato la compagnia ALP ex art.17, mentre a Palermo, Catania, Augusta, Gioia Tauro, Salerno non ci sarebbe stata stata alcuna votazione. Mancano i dati dai porti di Venezia, Ravenna, Civitavecchia e Napoli.
“Come Coordinamento Porti di USB non lasceremo che queste infime manovre passino e si normalizzino nel silenzio totale. Dopo il responso dei lavoratori, assumiamo l’iniziativa perché il dissenso non può essere zittito ma organizzato per ottenere condizioni di lavoro migliori, in termini di occupazione, sicurezza e salario” conclude USB.