TRIESTE – La crisi del Mar Rosso non sembra aver messo ai margini del traffico container il Mediterraneo e i porti del Nord Adriatico.

Questa la conclusione di un’analisi dell’Aiom (Agenzia Imprenditoriale Operatori Marittimi di Trieste), che ha preso in considerazione una serie di dati riferiti i primi otto mesi del 2024. Nella periodica newsletter dell’associazione, inoltre, viene preso in esame anche il Middle Corridor e il ruolo del porto di Trieste nello sviluppo di questa nuova direttrice di traffico. Già nei mesi scorsi Aiom aveva analizzato gli effetti che la crisi del Mar Rosso, con i ripetuti attacchi degli Houthi alle navi in transito via Suez, avrebbe potuto produrre sull’andamento dei volumi dei container trade, in particolare sui porti del Mediterraneo e del Nord Adriatico.
Molti esperti e analisti internazionali, peraltro, avevano previsto un parziale isolamento del Mediterraneo, a totale vantaggio dei porti del Nord Europa. “Ma i tempi sono cambiati, e sono totalmente cambiate le variabili in campo, le dimensioni delle navi full-container, le alleanze e gli accordi operativi tra le primarie compagnie, che detengono il controllo dei flussi di carico in/out sulla direttrice Far East-Europa, l’impianto logistico sul territorio dei porti hub europei” spiega Aiom.
Prendendo come base i dati degli analisti di settore, Aiom evidenzia la sensibile ripresa dei porti cinesi, mentre i cinque porti del range del Nord Europa presentano dati nell’insieme ancora alterni. Dopo aver esaminato i dati dei porti mediterranei, di quelli nord adriatici e del porto di Trieste in particolare, l’associazione sostiene non si possa dedurre che “… la crisi del Mar Rosso abbia prodotto una marginalizzazione del Mediterraneo, come inizialmente previsto da alcuni guru dell’informazione, bensì una radicale modifica dell’articolazione dei servizi oceanici, con conseguente spostamento dei flussi del trade su direttrici alternative, se pur ancora in fase di progressivo assestamento”.

Altro interessante spazio viene dedicato all’esame del cosiddetto Middle Corridor, rotta commerciale combinata via terra, via mare e via ferrovia tra la Cina el’Europa la quale, in seguito alle sanzioni occidentali contro la Russia, “al momento sembra essere diventata l’unica via accessibile attraverso la quale l’Europa può commerciare con l’Asia centrale e la regione del Mar Caspio, offrendo così anche un’alternativa valida alla navigazione attraverso il Canale di Suez, soggetto a frequenti attacchi Houthi”. Aumento di traffico e progetti infrastrutturali hanno fatto salire l’interesse per questa direttrice.
In questo ambito la Turchia, con l’apertura di nuove rotte commerciali, gioca un ruolo centrale, essendo un Paese di transito fondamentale per il commercio della UE.
“Non si può accogliere se non con favore lo sviluppo del Middle Corridor quale valida alternativa a rotte che oggi rappresentano una pesante incertezza per il commercio globale, che vede all’estremità occidentale del corridoio proprio la Turchia, connettore strategico tra i paesi del Middle Corridor e quelli del Centro-Est Europa” scrive Aiom. In tale contesto, secondo l’associazione l’Italia potrebbe essere interessata allo sviluppo della “rete di trasporto Transcaspico” e, a sua volta, il porto di Trieste, quale gate preferenziale di accesso ai mercati dell’Europa centrale, potrebbe trarne vantaggio, grazie all’intensificarsi dei rapporti, da un lato, con la Turchia e, dall’altro, con i paesi del Centro Europa. “In tal modo Trieste finirebbe per essere l’anello di congiunzione tra i Balcani occidentali, i paesi dell’Europa centrale e i mercati del Middle Corridor” deduce Aiom.