VENEZIA – Prosegue lo sciopero dei lavoratori della Nuova compagnia lavoratori portuali (NCLP) di Venezia per chiedere il ritiro del bando sull’assegnazione dell’incarico per l’Art. 17 (lavoro temporaneo).
Non essendoci picchetti all’ingresso di Porto Marghera, i terminal proseguono – ma a ritmo ridotto – nell’operatività, potendosi basare solo sul personale dipendente.
Oggi è saltato un incontro – per cause di forza maggiore – nella sede dell’Autorità portuale per tentare una mediazione con i rappresentanti dei 108 lavoratori in sciopero, mentre la prossima settimana potrebbe tenersi quello con le segreterie nazionali dei sindacati di categoria di Cgil, Cils e Uil.
Resta sul tavolo la richiesta di ritirare il bando che l’Authority ha presentato per trovare il nuovo soggetto che si occuperà di fornire personale nei picchi di lavoro dello scalo (ex Articolo 17 della Legge 84/1994).
Pesante, nel frattempo, il commento del Segretario generale di Uiltrasporti, Marco Verzari. «Le scelte adottate dall’AdSP del mar Adriatico Settentrionale per il porto di Venezia rappresentano l’ennesimo tentativo di scardinare l’attuale equilibrio nel sistema portuale nazionale» ha scritto Verzari in una nota.
«Premesso che non è certamente nostra intenzione entrare nel merito della definizione della tariffa che regola il rapporto tra il fornitore del lavoro temporaneo e le imprese e i terminal portuali, quanto sta accadendo nel porto di Venezia non è certamente da ascriversi ad un problema marginale e/o locale. È invece di fatto un cavallo di Troia per destabilizzare l’intero sistema portuale e determinare squilibri economici e sociali con ripercussioni – ha aggiunto il segretario generale di Uiltrasporti – sulle lavoratrici e i lavoratori e ricadute su investimenti e risorse imprescindibili per la salute e sicurezza nel lavoro. Per di più, ciò avviene in presenza di una norma, quale quella dell’autonomia differenziata, attraverso la quale il Veneto chiede competenza esclusiva anche su porti e autostrade, avvalorando ancora di più i rischi sulla destrutturazione del sistema economico e infrastrutturale dell’intero Paese».
«Va rammentato che anche in fasi particolarmente critiche, quale ad esempio quella vissuta con il covid, il sistema portuale italiano ha contribuito in modo determinante a sostenere il Paese, in virtù della competenza e professionalità delle lavoratrici e lavoratori e dell’efficace equilibrio garantito dalla legge 84/94. Per questo motivo – ha concluso Verzari – sosteniamo le motivazioni rivendicate dai lavoratori portuali del Porto di Venezia e riteniamo che L’AdSP debba rivedere in modo sostanziale quanto stabilito dal bando, tenendo conto delle osservazioni e delle necessità del mondo del lavoro».