TRIESTE – Conclusa al porto di Trieste una delle sei fasi nelle quali è stato suddiviso l’intervento per il potenziamento del sistema ferroviario.
Proseguono i lavori che interessano soprattutto la Stazione di Campo Marzio: un progetto complesso, spacchettato in macro e micro fasi per ridurne al minimo l’impatto sull’intensa attività portuale.
Il porto di Trieste, infatti, ha nei collegamenti ferroviari uno dei principali punti di forza e di sviluppo ed è oggi considerato un modello per il cargo ferroviario e l’intermodalità dei trasporti: 70 chilometri di binari che servono tutte le banchine e rendono possibile la composizione dei treni direttamente nei terminal. Quasi 10mila treni lavorati ogni anno e un modal shift che vede il 54% dei container viaggiare su ferro, superando già oggi la soglia del 50% fissata dall’UE come traguardo per il 2050.
In questo contesto, la Stazione RFI di Trieste Campo Marzio e le aree attinenti saranno servite da un nuovo Apparato centrale computerizzato (ACC), con interventi sull’armamento, sugli impianti di trazione elettrica, luce e forza motrice e sul segnalamento. L’obiettivo è quello di elevare l’efficienza del nodo ferroviario adeguandola ai modelli attuali di traffico e di velocità operativa nello smistamento delle merci.
Da mesi l’Ati guidata da GCF e composta da E.Lu.S. e Alstom è al lavoro per conciliare interventi spesso corposi con l’assoluto imperativo di non interferire sui ritmi serrati del traffico merci. La “finestra” operativa offerta dall’interruzione estiva a cavallo di ferragosto ha consentito di portare a termine una fase – tra le sei previste – particolarmente complessa e d’impatto.
«Le 96 ore di sospensione del traffico – spiega Paolo Lopez, project engineer di GCF – sono state sfruttate per passare dall’assetto del ferro esistente con l’attuale apparato ACEI al nuovo assetto del ferro previsto per la gestione con il previsto, futuro ACC. In pratica la sospensione ci ha permesso di intervenire con una doppia squadra su entrambi gli impianti, il porto e la stazione, con interventi pesanti di rimodulazione dell’armamento e della Trazione Elettrica». Oltre 160 gli operai complessivamente attivati per operare, giorno e notte, su entrambi i cantieri e concludere il grosso dei lavori.
Lato porto si è provveduto a rimuovere tre vecchi deviatoi demolendo la piattaforma di cemento su cui poggiavano e a sostituirli con nuovi impianti collocati nella posizione definitiva prevista dal nuovo Piano regolatore. Si è provveduto, inoltre, al rifacimento della sede stradale in prossimità di un nuovo passaggio a livello interno.
«Lato Campo Marzio – continua l’ingegner Lopez – si è proseguito a modificare alla radice l’assetto dei deviatoi per renderlo idoneo al futuro impianto ACC a servizio dei quattro binari che partono dal varco del porto. Anche in questo caso si è trattato di un intervento complesso che ha coinvolto l’armamento ferroviario, la trazione elettrica e il segnalamento, quest’ultimo per far sì che provvisoriamente l’attuale ACEI possa “vedere” la nuova geometria dei binari in attesa che subentri il futuro ACC».
A breve sarà avviata a Campo Marzio la realizzazione dei due fabbricati tecnici che, uno accanto all’attuale fabbricato, l’altro attiguo al Museo Ferroviario, ospiteranno il futuro Apparato Centrale Computerizzato, perno sui cui poggia l’interno intervento di potenziamento ed efficientamento in corso.
L’Autorità portuale di Trieste – che tramite AdriaFer gestisce il servizio di manovra (movimentazione e traffico merci) all’interno del porto – è l’unica autorità di sistema in Italia ad aver creato fin dal 2018 una Direzione dedicata alle infrastrutture ferroviarie. Dal febbraio scorso, con il rilascio da parte di Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali) dell’autorizzazione di sicurezza per gli impianti ferroviari, è diventato gestore certificato abilitato – primo scalo in Italia – a gestire direttamente i binari della ferrovia al proprio interno.