TRIESTE – Dal progetto Namirs una risposta transfrontaliera ai rischi di inquinamento marino dell’Adriatico settentrionale, con la proposta di allargamento a tutti gli Stati che si affacciano su questo mare.
È questa la novità resa nota ieri dall’assessore regionale del Friuli Venezia Giulia alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro, che ha preso parte a Roma a un incontro con il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, e il segretario generale dell’Iniziativa Centro-Europea, Roberto Antonione.
Namirs (North Adriatic Maritime Incident Response System), guidato dall’Iniziativa Centro-Europea e co-promosso con la Regione Friuli Venezia Giulia, è un progetto che fa seguito al precedente Namirg e persegue un approccio olistico nella gestione inquinamento marino del Nord Adriatico, come per ipotesi, le fuoriuscite di petrolio, che possono avere devastanti conseguenze ambientali ed economiche.
Lanciato ufficialmente nell’aprile dello scorso anno, Namirs ha un budget di quasi 810mila euro, durerà due anni e, al termine dell’addestramento, nel Golfo di Trieste sarà organizzata una simulazione in mare.
«Nel vertice con il ministro – ha riferito Scoccimarro – si è convenuto di illustrare il prossimo 13 novembre a Roma il progetto ai rappresentanti di tutte le nazioni che insistono sul Mare Adriatico con l’obiettivo di aggiungere ai Paesi fondatori di Namirs (Italia, Slovenia e Croazia) i soggetti internazionali interessati alla sicurezza ambientale del bacino, coinvolgendo in maniera specifica anche tutte le regioni italiane della sponda adriatica».
Secondo l’assessore, sono stati riscontrati segnali di grande interesse da parte di tutti i partner interessati. Questo tipo di intesa si basa sul principio della non confinabilità delle questioni legate all’ecosistema e di una collaborazione attiva tra tutte le entità istituzionali sotto il profilo scientifico e logistico nella prevenzione dei guasti ambientali e nella reazione in caso di calamità.