TRIESTE – Una frana ha bloccato stamattina l’Autostrada A23 tra Udine e Tarvisio (tratto Carnia-Pontebba), nel territorio del Comune di Amaro.
Il tratto è stato riaperto oggi pomeriggio poco prima delle 17, ma si transita su una corsia per senso di marcia.
La decisione è stata presa dopo l’intervento di ripristino del piano stradale, mentre devo ancora essere stabiliti modi e tempi per la messa in sicurezza del fronte franoso.
Sulla carreggiata sono finiti diversi massi, il più grande di circa 15 tonnellate. Attualmente, la circolazione è regolare e le condizioni meteo sono in miglioramento.
Oltre alla ripresa del traffico turistico in direzione Tarvisio, il restringimento potrebbe creare disagi per l’aumento della circolazione del traffico pesante, fermo nelle giornate festive. Fortunatamente, sono in deciso miglioramento le condizioni meteo, a causa delle quali si è verificato lo smottamento che ha costretto alla temporanea chiusura della A23.
La “rotta” verso il valico di Tarvisio, infatti, è spesso sovraffollata di Tir perché – così come accade per i treni merci – utilizzata come alternativa agli altri valichi delle Alpi, sottoposti a stress di viabilità a causa dei vari interventi di manutenzione.
Un mese fa, il Sole 24 Ore ha pubblicato la sintesi di uno studio riservato di Autostrade per l’Italia (ASPI), la società pubblica che gestisce la maggior parte della rete autostradale italiana e anche il tratto della A23 interessato dalla frana, in merito al traffico del 2023. Secondo il documento, l’anno scorso è stato raggiunto il picco storico per la circolazione di camion lungo le autostrade italiane, con un +6% di Tir rispetto al 2007.
La discussione treno-gomma sulle merci in export (ma anche in import) ha visto protagonisti negli ultimi mesi i principali valichi alpini ma soprattutto Monte Bianco, Frejus, San Gottardo, Brennero e Tarvisio. Il valico del Monte Bianco è soltanto autostradale, mentre gli altri sei si possono percorrere sia con i camion che con i treni.
Incidenti frane e l’annoso problema tra Austria e Italia per il Brennero sono saliti agli onori delle cronache.
Del resto, come aveva avuto modo di evidenziare a fine gennaio l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris, «Dalle Alpi dipende lo sviluppo dell’Italia hub del Mediterraneo».
«Il sistema del trasporto ferroviario alpino sta dimostrando recentemente tutta la sua fragilità» aveva aggiunto Ferraris, citando proprio le interruzioni del traffico ai valichi alpini, previste o meno, che stanno diventando sempre più frequenti con il rischio di «uno shift modale inverso, con i servizi merci che non vengono deviati su altre direttrici ferroviarie ma trasferiti su strada, con un impatto ambientale avverso sulle comunità alpine interessate».